Ispirato a Totò il buono (1940) di Cesare Zavattini, è una favola sociale sugli “angeli matti e poveri” delle baracche ai margini di Milano che, minacciati di sfratto da un avido industriale, organizzano un'azione di resistenza, animata dall'orfano Totò, che solo un miracolo fa trionfare. Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati dal poeticismo. Fotografia di G.R. Aldo. Nastro d'argento
Geum-ja ha passato tredici anni in carcere per aver rapito e ucciso un bambino di cinque anni, ma la verità non è questa. Il principale responsabile del suo arresto è infatti Mr.Back, un suo vecchio insegnante rivelatosi un efferato assassino, contro cui Geum-ja, durante la prigionia, ha tramato una terribile vendetta.