Un piccolo asteroide cade nei pressi di una cittadina americana: ospita una creatura mostruosa che per crescere e riprodursi deve essere incubata da un corpo umano, corpo che stavolta ha le non troppo rassicuranti fattezze del redivivo Michael Rooker. Il contagio si diffonde e gli "eroi per caso" della situazione devono cercare di scappare dalla città. Ma non sarà facile...
Un'esperienza. Inland Empire di David Lynch non è un film organico, lineare, comprensibile, con un inizio e una fine definibili tali, ma è innanzitutto un'esperienza sensoriale. Un flusso di pensiero libero di un artista, che non richiede spiegazioni, ma solamente intuizioni, emozioni personali, positive o negative che siano. Si potrebbe parlare di mondi paralleli, di realtà e finzione che si fondono, si incontrano, si abbandonano, di cinema e televisione (e di pellicola e digitale), del
Deserto dell'Arizona. Un furgone su cui viaggiano alcuni detenuti ha un incidente: approfittando dell'imprevisto, i criminali riescono a liberarsi, uccidendo una delle due guardie di sicurezza e prendendo in ostaggio l'altra. Cercando di raggiungere il confine con il Messico, s'imbattono prima in un medaglione d'oro, poi in un misterioso indiano, che, vedendo il gioiello, comincia a raccontare ai fuggiaschi l'antica leggenda di una città edificata sopra un tesoro nascosto e protetto da una