Timido, goffo e petulante, Alberto cerca in ogni modo di fare colpo su Margherita. Con la speranza di vincere il primo premio, partecipa a una corsa. Da un soggetto di Sordi sceneggiato dall'attore con Cesare Zavattini e Vittorio De Sica (che si dice abbia diretto gran parte del film), un filmetto un po' melenso ma interessante come specchio della Roma postbellica. Nel suo primo film da protagonista Sordi ha voluto portare sullo schermo i temi, i modi e l'umorismo di un suo popolare programma
Timido, goffo e petulante, Alberto cerca in ogni modo di fare colpo su Margherita. Con la speranza di vincere il primo premio, partecipa a una corsa. Da un soggetto di Sordi sceneggiato dall'attore con Cesare Zavattini e Vittorio De Sica (che si dice abbia diretto gran parte del film), un filmetto un po' melenso ma interessante come specchio della Roma postbellica. Nel suo primo film da protagonista Sordi ha voluto portare sullo schermo i temi, i modi e l'umorismo di un suo popolare programma
Timido, goffo e petulante, Alberto cerca in ogni modo di fare colpo su Margherita. Con la speranza di vincere il primo premio, partecipa a una corsa. Da un soggetto di Sordi sceneggiato dall'attore con Cesare Zavattini e Vittorio De Sica (che si dice abbia diretto gran parte del film), un filmetto un po' melenso ma interessante come specchio della Roma postbellica. Nel suo primo film da protagonista Sordi ha voluto portare sullo schermo i temi, i modi e l'umorismo di un suo popolare programma
La piccola Alice si assopisce mentre ascolta una fiaba e si mette a sognare. Insegue un coniglio nel cavo di un albero e finisce nel paese delle meraviglie. Il paese è popolato da una serie di strani e affascinanti esseri: Bianconiglio, lo Stregatto e la Regina di cuori. Alice beve strane pozioni che la fanno rimpicciolire o ingrandire ma, a un certo punto, deve fuggire perché la Regina l'ha condannata a morte.
Ispirato a Totò il buono (1940) di Cesare Zavattini, è una favola sociale sugli “angeli matti e poveri” delle baracche ai margini di Milano che, minacciati di sfratto da un avido industriale, organizzano un'azione di resistenza, animata dall'orfano Totò, che solo un miracolo fa trionfare. Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati dal poeticismo. Fotografia di G.R. Aldo. Nastro d'argento
Ispirato a Totò il buono (1940) di Cesare Zavattini, è una favola sociale sugli “angeli matti e poveri” delle baracche ai margini di Milano che, minacciati di sfratto da un avido industriale, organizzano un'azione di resistenza, animata dall'orfano Totò, che solo un miracolo fa trionfare. Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati dal poeticismo. Fotografia di G.R. Aldo. Nastro d'argento
Ispirato a Totò il buono (1940) di Cesare Zavattini, è una favola sociale sugli “angeli matti e poveri” delle baracche ai margini di Milano che, minacciati di sfratto da un avido industriale, organizzano un'azione di resistenza, animata dall'orfano Totò, che solo un miracolo fa trionfare. Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati dal poeticismo. Fotografia di G.R. Aldo. Nastro d'argento
Ispirato a Totò il buono (1940) di Cesare Zavattini, è una favola sociale sugli “angeli matti e poveri” delle baracche ai margini di Milano che, minacciati di sfratto da un avido industriale, organizzano un'azione di resistenza, animata dall'orfano Totò, che solo un miracolo fa trionfare. Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati dal poeticismo. Fotografia di G.R. Aldo. Nastro d'argento